Chi conosce bene la storia di Prato sa che la città ha vissuto momenti drammatici a causa di alluvioni e allagamenti. Due sono stati i principali eventi alluvionali che hanno segnato il nostro territorio, quello del ’66 e quello del ’92. In questo articolo proviamo a chiarire per quali motivi la nostra zona è soggetta a questo tipo di eventi.

Quei giorni nel fango

Oggi conosciamo Palazzo Pretorio come la meravigliosa sede di un museo, ma c’è stato un giorno in cui era diventato un centro di smistamento di vestiti e scarpe per chi era rimasto senza niente. Quello stesso giorno nel Palazzo comunale si raccoglievano generi alimentari per sopperire all’emergenza della città.

Era il 4 novembre del 1966, il giorno che tutti ricordano per l’alluvione di Firenze.
Forse non tutti sanno che anche Prato fu colpita dalla furia dell’alluvione. Il fiume Ombrone esondò e allagò Tavola, Castelnuovo, le Cascine e Quarrata. Mille le famiglie sfollate, danni incalcolabili.  Così nel centro di Prato si organizzarono i soccorsi per portare aiuto alle zone colpite.

Molti anni dopo, uno scenario simile.
Era la notte del 30 ottobre 1992. Intorno alla mezzanotte, mentre la città dormiva, il fiume Ombrone ruppe gli argini, e un’ondata di fango travolse Poggio a Caiano. Trecento imprese alluvionate, ottocento famiglie sfollate, un bilancio pesantissimo per tutta la città e un ricordo spaventoso ancora vivido tra i cittadini del Comune.

Perché le alluvioni a Prato?

Alluvioni e allagamenti non sono fenomeni rari sul nostro territorio, basti pensare a quello che avviene sulle strade della nostra città ogni volta che piove in modo più intenso.

Sottopassi pieni d’acqua – a volte, purtroppo, con esiti drammatici – allagamenti in intere zone della città, come Iolo o Quarrata. Ma perché il nostro territorio è soggetto a questo tipo di problemi?

Le motivazioni sono diverse e si possono attribuire a fenomeni metereologici particolarmente intensi, combinati ad alcuni elementi strutturali del nostro territorio. Vediamo quali.

  • La falda acquifera

Sotto alla nostra città si trova un’enorme falda acquifera sotterranea, ovvero un bacino nel quale confluiscono le acque assorbite dal terreno. La falda contiene circa 50 milioni di metri cubi d’acqua – una mole paragonabile a quella del lago Bilancino , con i suoi 58 milioni di metri cubi – e si estende in particolare nella zona sud ovest della città.

Nel nostro caso, il bacino della falda pratese è già pieno d’acqua, il suo livello sale sempre di più – in alcune zone è arrivato ad appena due metri dal livello del terreno – e non riesce più a contenere intensi apporti di acqua piovana, specialmente se concentrati in poco tempo. Per questo motivo, nei periodi molto piovosi, oppure in caso di piogge torrenziali, in alcune zone della città, l’acqua, non potendo defluire, rimane in superficie, provocando allagamenti e andando a ingrossare fiumi, che oltrepassato un certo limite, esondano.

  • L’asfalto

A questo aspetto che caratterizza in modo particolare il nostro territorio, si aggiunge un altro fattore – questo invece più comune a molte città – quello delle strade.
I materiali utilizzati per l’asfalto delle strade, infatti, non permettono il drenaggio dell’acqua. La pioggia, quindi, non potendo essere assorbita dall’asfalto resta in superficie, creando allagamenti, soprattutto nelle zone molto cementificate.

 

Come abbiamo detto, non tutte le zone della città sono interessate da questo fenomeno, alcune aree sono più esposte di altre per via di una combinazione di caratteristiche del suolo, o per il livello di cementificazione, mentre altre sono più a rischio perché vicine a corsi d’acqua. Cerchiamo di chiarire meglio con l’aiuto della mappa della Protezione Civile sul rischio idraulico o pericolo alluvionale.

>> Quali sono le zone di Prato più esposte: ecco la mappa